\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Ricevuta dal papa la corona imperiale nel 962, Ottone re di Germania univa al suo regno le sorti dellÆItalia. Di qui una certa g
ermanizzazione del Trentino, del Friuli e dellÆIstria, organizzati in feudi tedeschi per meglio assicurare la comunicazione fra i due regni. Ma Ottone sentiva profondamente la sua funzione imperiale come una missione, non soltanto politica, ma anche reli
giosa. Basterebbe giα questa particolare concezione a spiegare il suo sistematico intervento nellÆorganizzazione ecclesiastica e la sua intransigenza nel voler piegare la Chiesa, incominciando dal papa, alle sue direttive. Ma cÆΦ di pi∙: Ottone si era pr
oposto di affidarsi alla feudalitα ecclesiastica, non ereditaria. Consolidata la sua autoritα in Germania e nellÆItalia regia, Ottone si volse anche verso lÆItalia meridionale. Ma dopo alcuni iniziali successi, tutto ci≥ che egli potΘ realizzare fu la co
nclusione di un matrimonio tra la principessa bizantina Teofano e il suo figlio ed erede Ottone II. Da tale matrimonio Ottone II era quasi fatalmente portato a concretare la sua azione e le sue energie nella politica meridionale. Ma una tremenda sconfitt
a, subita nel 982 a Stilo di Calabria a opera dei Saraceni, poneva termine ai suoi sforzi, e, un anno dopo, egli moriva. Gli succedeva, ancora fanciullo, il figlio Ottone III, che lÆeducazione classica ricevuta dalla madre Teofano e dal precettore Gerber
to di Aurillac e, ancor pi∙, unÆimmaginazione vivida e affascinata dallÆidea di Roma, spinsero a quella \i renovatio Imperii\i0 , che, nellÆintento di restaurare gli antichi leggendari fasti della Roma cristiana e imperiale, lo indusse a trasferire diret
tamente a Roma la capitale del suo impero sostanzialmente germanico.\par
LÆunico risultato pratico, scaturito da questo sogno, fu un pi∙ sistematico assoggettamento dellÆorganismo ecclesiastico alla volontα imperiale, e un pi∙ scoperto favoreggiamento d
ei vescovi a danno della feudalitα laica. Il risentimento provocato in questa dalla politica sassone esplose violentemente. Morto Ottone III (1002), mentre in Germania si svolgeva una breve contesa per la successione, in Italia si accendeva ed estendeva
la lotta fra feudatari ecclesiastici e feudatari laici, i quali, in odio alla dinastia di Sassonia, designavano al regno italico Arduino, marchese dÆIvrea. Ben presto, per≥, lÆimperatore Enrico II aveva ragione della sua resistenza, e falliva cos∞ lÆulti
mo tentativo di ricostituire un regno indipendente. Se di un programma politico si vuole parlare a proposito degli Ottoni (ma pi∙ opportuno sarebbe limitare alla sola personalitα di Ottone I quel supposto programma) si deve precisare che esso si esplic≥
come tentativo di ôdefinizioneö del potere effettivo esercitato da signori e, specialmente, da enti ecclesiastici profondamente inseriti nel tessuto sociale e politico della realtα italiana alla fine del secolo 10░.\par
Ma anche cos∞ ridefinito quel pro
gramma avrebbe richiesto una diversa qualitα e una diversa durata della presenza e del controllo imperiale, da esercitarsi anche, e forse soprattutto, nei riguardi della Chiesa di Roma. Ma questa presenza non si realizz≥ durevolmente nΘ con lÆultimo dei
Sassoni, Enrico II, nΘ con il primo imperatore della casa di Franconia, Corrado II il Salico, nonostante sporadici interventi, operati pi∙ che altro a beneficio dei propri interessi imperiali (il caso ricordato della guerra di Enrico II contro Arduino dÆ
Ivrea e quello di Corrado II nella spedizione in Borgogna e nella contesa tra vassalli minori del potente arcivescovo di Milano, Ariberto). Nel Mezzogiorno invece, dopo il fallimento degli Ottoni, rimaneva saldo il predominio bizantino sullÆantica Longob
ardia minore. Inoltre i Saraceni, pur sempre saldamente radicati in Sicilia, erano in declino e le loro incursioni contro le cittα costiere andavano rallentando per la pi∙ energica ed efficiente difesa opposta dalle cittα marinare, passate anzi allÆoffen